Contro il caro energia servono sì interventi di contenimento dei prezzi, ma soprattutto uno sguardo attivo sul futuro del sistema produttivo. Oggi le imprese sono messe a dura prova e il settore ortofrutticolo, dopo la raccolta e la lavorazione, in molti casi si trova a dover fronteggiare la necessità di conservare adeguatamente il prodotto. Di mezzo ovviamente ci sono i costi energetici che, nell’arco di solo un anno, si sono triplicati. Nel caso delle cipolle o dello scalogno l’utilizzo delle celle frigorifere è ampio per riuscire a rispondere alle richieste del mercato durante tutto l’anno. I costi per l’energia gravano sui produttori, i trasformatori e i distributori, che ora lanciano l’allarme.
Gli aumenti fuori controllo mettono in discussione lo stoccaggio dei prodotti ortofrutticoli e di conseguenza la sopravvivenza delle aziende, soprattutto quelle che si sono specializzate e hanno maggiore difficoltà a differenziare la produzione.
“In questo momento si tirano i remi in barca – spiega Matteo Freddi, responsabile commerciale di Freddi Prodotti Ortofrutticoli – ma il rischio di sbagliare è dietro l’angolo. Si pensa a fronteggiare l’emergenza, ed è giusto, ma l’argomento che dovrebbe essere all’ordine del giorno è il futuro. È evidente che questa situazione ha aperto una falla nel sistema produttivo. E questa falla penso sia molto più ampia di quello che può apparire limitandosi a ragionare sui costi dell’energia e sul loro contenimento”.
TAGLIO AI CONSUMI DELLE CELLE FRIGORIFERE
Alla Freddi Prodotti Ortofrutticoli tra i dipendenti si promuovono da anni buone pratiche e l’utilizzo dell’energia elettrica è ottimizzato. Gli impianti, come anche un semplice nastro trasportatore, non vengono mai lasciati accesi inutilmente. Ora si evitano anche i picchi di consumo energetico.
“Abbiamo sperimentato – precisa Freddi – un nuovo utilizzo delle celle frigorifere considerando l’orario e le condizioni climatiche dell’ambiente. Tutto per contenere la spesa senza pregiudicare la qualità dei prodotti. Durante la notte, dalle ore 22 circa alle 6 del mattino, le celle frigorifere sono meno necessarie e quindi abbiamo deciso di spegnerle. Nell’arco della giornata, poi, le celle funzionano un 30% in meno”.
A fronte di questa scelta e per garantire la qualità del prodotto, nell’azienda di Sant’Ilario il controllo è costante. “Stiamo monitorando costantemente l’umidità e le temperature ottimali – aggiunge Freddi – e, per non compromettere il prodotto nelle giornate più calde le celle sono rimaste accese. Quando invece è possibile facciamo scendere gradualmente le temperature affinché si possa abbassare il consumo energetico. Ciò che resta un’incognita è il futuro ed è su questo che è necessario lavorare”.
LA VISIONE DI UN FUTURO A LUNGO TERMINE
Di fronte all’emergenza energetica sono auspicabili provvedimenti come quello di dilazionare le spese degli investimenti, i mutui, le spese correnti, l’abbattimento degli oneri di sistema, ma il problema da risolvere è ben più ampio secondo Matteo Freddi.
“Di fronte a questa situazione – continua Freddi – non c’è stata una levata di scudi. Si può correre ai ripari, ma il tema vero è immaginare ciò verrà. Questo significa anche cambiare necessariamente ottica, cambiare il sistema produttivo, pensare al fatto che non si può essere dipendenti energeticamente dall’estero o se lo si vuole è necessario avere le risorse e i provvedimenti adeguati per sostenere l’economia nazionale. E questo discorso si connette anche con una visione del mondo e del sistema produttivo che consideri un apparato valoriale, compresa la tutela del lavoro e dei prodotti, un prezzo etico. Considerare questi aspetti significa anche costruire le basi per un’economia più forte, in cui i consumatori possano recuperare una capacità d’acquisto che negli ultimi anni risulta fortemente indebolita. Prima degli aspetti tecnologici, comunque preziosi per tutti, è necessario una riflessione, un’idea chiara di che cosa significhi realmente progresso e sostenibilità”.