Il prezzo di un prodotto ha la sua importanza e un valore etico. Nel settore ortofrutticolo ormai i prezzi di mercato non coprono quelli di produzione generando una costante corsa al ribasso dei prezzi. Il problema è economico e anche culturale. Per questo è necessario parlare di prezzo etico (fair value).
La crescente estensione del mercato ha certo offerto ampia possibilità di scelta del consumatore, ma in molti casi abbassato la qualità del prodotto, che oggi arriva anche dall’estero dove le regole di coltivazioni sono molto diverse e meno rigorose di quelle italiane.
La corsa al ribasso dei prezzi ha compromesso fortemente il lavoro nel settore. “Da decenni – spiega Matteo Freddi, responsabile commerciale di Freddi Prodotti Ortofrutticoli – c’è uno scollamento tra le reali esigenze di una parte del mondo produttivo, tra l’agricoltore e il trasformatore. C’è stata una specializzazione, una meccanizzazione più feroce. Certi costi sono stati abbattuti, ma resta il fatto che sono aumentati i costi di gestione, di mantenimento, le richieste della gdo. Di fronte a questo il consumatore non si domanda qual è il prezzo giusto per un prodotto. Oggi abbiamo gli stessi prezzi della fine degli anni ’80 ed è assurdo. In tutto questo non c’è sostenibilità”.
INTERROGARSI SUL PREZZO
Il primo passo per scegliere un prodotto non può dunque essere il prezzo. “Il consumatore – precisa Freddi – non conoscendo le dinamiche di formazione del prezzo pensa principalmente alla convenienza, anche nel caso di una cipolla. Questo perché è saltato un elemento culturale, che è il rapporto con la terra intesa come risorsa primaria”.
Nella capacità di comprensione della formazione di un prezzo risiede dunque anche la consapevolezza di trovarsi di fronte a un cortocircuito. “Se da un lato si arriva a miglioramenti – precisa Freddi – dall’altro si crea povertà: più disoccupazione e minore capacità di acquisto. Il classico cane che si morde la coda. Passati gli anni ’70 non si conosce più l’origine dei prodotti, perché nessuno l’ha insegnato. Non ci si pone il tema della fatica o della stagionalità, che sarebbe fondamentale sia per tutelare l’ambiente, sia per salvaguardare la salute di tutti noi. Per questo Freddi Prodotti Ortofrutticoli ha puntato sui prodotti del territorio, ha valorizzato il prezioso lavoro delle donne, non ha mai forzato i ritmi delle produzioni stagionali e, grazie al lavoro dei contadini e degli agronomi, ha realizzato coltivazioni il più possibile naturali”.
ACCORDI ETICI DI FILIERA
La ricerca di un prezzo etico porta alla necessità di fare una scelta consapevole realizzando anche accordi etici di filiera. Dalla parte del consumatore è importante riattivare la curiosità per il prodotto, ad esempio cercando di verificarne l’origine. “È importante leggere le etichette – precisa Matteo Freddi – e domandiamoci poi come mai il prezzo al chilo di un prodotto costa meno o di più. Cerchiamo di controllare sempre il prezzo al chilo o al litro e non quello della confezione. In Italia le coltivazioni sono molto controllate per quel che riguarda i prodotti fitosanitari. Nel nostro Paese gli errori nei trattamenti sono sotto allo 2%, mentre in altri Stati sotto al 14%. Quindi ok al biologico, ma puntiamo al “residuo zero”. Cerchiamo di prediligere il prodotto di stagione, magari quello del nostro territorio consapevoli di fare un’azione di sostegno dell’economia locale. Un prezzo più alto è un prezzo capace anche di tutelare i lavoratori, la sicurezza della materia prima e la filiera locale”.